domenica 25 gennaio 2015

Una lezione dallo Gnosticismo


La Storia, si sa, viene riscritta dai vincitori. Quando ciò avviene il racconto rimaneggiato è privo di sfumature; è un racconto in bianco e nero, dove bianchi sono i vincitori e neri gli sconfitti. I primi sono gli eroi immacolati, i secondi sono i mostri dalle idee totalmente maligne e dalle azioni esclusivamente turpi. Per pigrizia o per superficialità noi in genere accettiamo questa Storia manipolata senza insospettirci più di tanto anche perché così siamo stati abituati sin da quando indossavamo il grembiule e studiavamo sul sussidiario di terza elementare. Ed è un vero peccato. Perché non sappiamo quanto ci perdiamo a ignorare le idee e i fatti che ci vengono nascosti dei perdenti. Gli economisti lo sanno molto bene, ma quanti di noi sanno che il miglior piano per uscire dalla terribile depressione del ’29 non fu il New Deal di Roosevelt ma quello posto in atto da Hitler basato sulle regole di una rigorosa giustizia sociale? E con l’altrettanto devastante crisi economica dei nostri giorni, dovuta ad una dilagante disonestà e ingiustizia sociale, riflettere sulla politica economica dei nazisti, quando serrate, scioperi ed evasione fiscale erano puniti con severità draconiana, potrebbe suggerirci migliori spunti di riflessione. Senza con questo voler neppur minimamente giustificare le nefandezze compiute da quel regime. L’esempio estremo è giusto per chiarire che non esiste Storia senza sfumature, solo bianca da una parte e solo nera dall’altra, ma esistono soltanto vincitori e vinti. Gli uni talvolta migliori e talvolta peggiori degli altri, ma nessuno immacolato.

Qualcosa di analogo avvenne con il cristianesimo che fu da quasi subito la religione a più alto tasso d’aggressività tra tutte al mondo. Per questo sarebbe più corretto parlare di cristianesimi, al plurale. Ogni gruppo pensava solo di sé d’essere ortodosso mentre gli altri erano gli eretici, indegni persino di vivere. Non c’erano peggiori nemici dei cristiani per i cristiani se osavano pensare la loro fede in modo diverso dall’interpretazione autorizzata. I complimenti che si scambiavano dimostrano bene quest’odio implacabile. Perfidi et foetentissimi erano definiti gli ariani dai trinitari. Non parliamo poi degli gnostici che avendo costruito la loro dottrina sugli influssi più disparati della mistica tardo antica: neoplatonici, caldaici, zoroastriani, indostani, oltre che giudeo-cristiani, furono i più attaccati e perseguitati. E come gli gnostici pure tutti i movimenti che sorsero sulla loro scia, quali i manichei, i pauliciani, i bogomili e i catari. Nell’XI secolo centinaia di migliaia di pauliciani, che rifiutavano ogni forma di gerarchia costituita, furono uccisi dalla Chiesa ortodossa bizantina. Il bogomilismo, fondato nei Balcani da esiliati pauliciani, trasmise la sua eredità gnostica ai catari provenzali. Ed anche questi furono perseguitati, a migliaia, dai papisti, finché la “setta” non fu estirpata.

Apparentemente la disputa riguardava la dottrina. Gli gnostici erano aggrediti perché avevano introdotto nel cristianesimo concezioni spurie tratte dai paganesimi che abbiamo elencati. Essi erano profondamente dualisti, e proprio il dualismo fu uno dei primi problemi che il Cristianesimo dovette affrontare quando si confrontò con il paganesimo dominante, figuriamoci a ritrovarselo in casa con lo gnosticismo. L’antitesi tra spirito e materia era così radicale per loro da credere all’esistenza di due creatori: il Demiurgo, che creò il malvagio mondo materiale, e il Dio vero e sconosciuto creatore delle realtà spirituali. E ovviamente dualistica era la concezione dell’uomo, diviso tra anima e corpo, dove il corpo è il carcere dell’anima la cui vocazione è quella di liberarsi dal proprio involucro per riunirsi all’Essere Supremo. Il fatto è che rapidamente anche il cristianesimo ortodosso abbracciò la concezione dualista del paganesimo. Non giunse a credere nel duplice creatore ma nella doppia natura dell’uomo sì. Diversi concetti gnostici passarono nella cosiddetta ortodossia, compreso il disprezzo per il corpo e la fisicità. Ciononostante lo gnosticismo continuò ad essere perseguitato con ancora maggiore determinazione. Perché la disputa dottrinale evidentemente era un pretesto all’ostilità della Chiesa dominante. La vera ragione era soprattutto un fatto di potere. Il radicale dualismo dello gnosticismo lo spingeva ad appartarsi, a distinguersi dai non iniziati, a disprezzare le cose fisiche di questo mondo compresi il matrimonio, le ricchezze, le comodità e i giochi di potere. Altri cristianesimi, invece, da realtà spirituali si trasformarono in religione di compromesso, collusa con il potere politico ed economico. E chi può disporre del potere lo usa per mettere a tacere i concorrenti. Gli gnostici che disprezzavano il potere erano condannati all’emarginazione e alla sopraffazione da parte di quel cristianesimo che, per ragioni d’opportunità politica, si rivelò più funzionale e diede luogo alla cosiddetta “ortodossia”. Fu questo, una volta affermatosi, a riscrivere la Storia interpretando il ruolo di religione immacolata e inerrante poiché assistita dallo Spirito Santo. Mentre ai perdenti fu assegnato il ruolo delle sette solo malefiche giustamente perseguitate. I non “cattolici” vennero definiti “pazzi stravaganti” nel suo editto da Teodosio che distingueva tra cristianesimo di Stato e gli pseudo-cristiani che non vi aderivano. “Li bolliamo col nome infame di eretici, e dichiariamo che le loro conventicole non dovranno più usurpare la rispettabile denominazione di chiese. Oltre alla condanna della divina giustizia, essi debbono prepararsi a soffrire le severe pene che la nostra autorità, guidata da celeste sapienza, crederà d’infliggere loro”.

Ma l’ortodossia che voleva distinguersi dagli altri cristianesimi, riservando a sé il titolo di Chiesa ed etichettando gli altri con il marchio di conventicole, era tutt’altro che immacolata, era il risultato d’innumerevoli compromessi. Aveva perso per strada la cosiddetta “riserva escatologica” che si pone come voce critica verso il presente in nome del futuro di Dio. Paolo ai Corinzi, che si ritenevano già “arrivati”, ricorda che i cristiani devono vivere nel mondo “come se non ne usassero” (1 Cor 7:31); non devono estraniarsi dal mondo, di cui sono il sale, ma non devono neppure conformarsi alle sue logiche. E allora l’esempio degli gnostici ci è utile come primo termine di paragone per meglio individuare il giusto mezzo. Essi infatti disprezzavano il mondo e se ne estraniavano. La religione ufficiale, invece, collusa con il potere, costituisce il secondo termine perché si conforma alle logiche del mondo. Cade nell’errore opposto identificando la Chiesa con il Regno di Dio, per cui la Chiesa sarebbe il Regno di Dio in terra; contraddicendo così l’affermazione di Gesù: “Il mio Regno non è di questo mondo” (Giov 18:36). “Gesù annunciava il Regno, invece è venuta la Chiesa”, affermò lapidario Alfred Loisy.

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