sabato 30 agosto 2008

La Russia nella profezia escatologica

Convenzionalmente i meridiani terrestri si computano facendoli partire da Greenwich, sobborgo di Londra ove sorge un famoso osservatorio astronomico. Analogamente, nel racconto biblico, il “meridiano profetico” passa per Gerusalemme; ovvero i grandi scenari profetici vengono delineati ponendoli in relazione alla terra d’Israele, il “paese splendido”, come viene chiamato nel libro di Daniele. Il che significa che la storia delle nazioni non viene considerata in senso assoluto, sulla base del loro peso specifico riportato alla storia dell’umanità, bensì in relazione con la storia del popolo di Dio. Non entrano mai nella profezia, ad esempio gl’imperi Incas, giapponese o indiano perché la loro azione militare non si è mai intrecciata con la storia d’Israele, mentre vengono nominati nella profezia Edom, Moab e Ammon che, pur essendo piccole realtà, hanno interagito parecchio con Israele. Buona parte del capitolo 11 di Daniele viene dedicato alla guerra infinita tra i regni greco-macedoni di Siria ed Egitto, chiamati Re del Nord e Re del Sud in relazione geografica ad Israele, che erano solo delle potenze regionali ma che nelle loro beghe hanno pesantemente coinvolto il popolo ebraico. Lo stesso ingresso nello scenario profetico della superpotenza romana (le navi di Kittim) avviene nel momento in cui questa mette piede in Medio Oriente.

Dato che le vicende delle nazioni in chiave profetica procedono per tutta la storia del mondo fino al ritorno di Cristo, ed oltre, vengono descritte anche potenze future non ancora esistenti al momento della stesura della profezia; pertanto non deve stupire la chiamata in causa di potenze quali l’Europa latina e gli Stati Uniti d’America che parte hanno avuto e avranno nella storia del popolo di Dio. Ma quanto alla Russia, viene nominata questa potente realtà contemporanea dal forte peso specifico nel consesso delle nazioni? In realtà essa non viene nominata né descritta nello scenario delle profezie escatologiche; o, almeno, non vi si fanno riferimenti diretti. Forse perché, nonostante la sua abilità a contrarre alleanze e la sua capacità di condizionamento della politica internazionale, essa non è mai entrata direttamente in conflitto con Israele; e mai lo sarà se non nella grande battaglia finale chiamata Armageddon, per il luogo ove si svolgerà nella pianura Galilea, verso cui confluiranno tutti gli eserciti della terra.

Ed è proprio nel contesto di questa grande battaglia finale che potremmo ravvisare un riferimento indiretto alla Russia. Sempre in Daniele 11 dal versetto 40 ove si parla dell’ultimo scontro tra il re del sud e il re del nord e ove, secondo un’interpretazione “sinottica” con gli altri scenari delineati del profeta, si vede il trasferimento del famigerato Anticristo nei pressi di Gerusalemme (“E pianterà le tende del suo palazzo fra i mari e il glorioso monte santo” – v. 45), si afferma che “notizie dall’oriente e dal settentrione lo turberanno; perciò partirà con gran furore, per distruggere e votare allo sterminio molti” (v. 44). Notizie dal settentrione. L’arrivo nello scacchiere mediorientale, terra dell’ultimo petrolio, di questa figura mitica, leader sia politico che religioso delle 10 nazioni eredi dell’antico Impero romano d’Occidente, provocherà l’intervento militare d’importanti nazioni situate a oriente e a settentrione d’Israele. A quali nazioni si fa riferimento? Probabilmente a quella coalizione di stati, che Russia e Cina stanno aggregando intorno a sé in chiave antioccidentale, conosciuto con il nome di Gruppo di Shanghai.

Quale sarà l’esito sul campo di questo scontro titanico non è dato sapere. Se l’Anticristo “partirà con gran furore, per distruggere e votare allo sterminio molti”, fin dove arriverà? Riuscirà nel suo intento? Nell’ultimo versetto del capitolo si afferma perfino che egli “giungerà alla sua fine e nessuno gli verrà in aiuto”. Non si dice però che tale fine sia da attribuire all’azione dei suoi nemici. Al contrario, nei passi paralleli del libro dove si parla di lui e del suo impero, si afferma che egli “verrà spezzato senza intervento umano” (8,25). Paolo dice chiaramente che sarà Gesù stesso ad eliminarlo “con il soffio della sua bocca e… con l’apparizione della sua venuta” (2 Ts 2,8). Probabilmente nell’ultima grande guerra tra le superpotenze ci saranno solo perdenti perché, mentre esse saranno prese a distruggersi a vicenda, apparirà Gesù dal cielo che metterà fine al governo fallimentare degli uomini.

Ma, allora, tutte quelle teorie che identificano la Russia con la biblica Magog e addirittura il suo principe Gog con il presidente Putin, sono solo speculazioni infondate? Ho già esaminato l’argomento in modo dettagliato nel mio articolo Gog, Magog e il Regno Messianico cui rinvio il lettore che desideri documentarsi in materia. Comunque il tema odierno ci offre un ulteriore spunto di riflessione. Abbiamo già detto che gli ebrei di religione israelita e i cristiani di scuola dispensazionalista identificano l’aggressione della sterminata coalizione sotto la guida di Gog contro il pacifico popolo d’Israele con l’imminente Terza guerra mondiale. Abbiamo anche spiegato le ragioni per cui non possiamo condividere questa interpretazione. Tra l’altro Giovanni, nell’Apocalisse, richiama questa coalizione per descrivere quello che sarà forse l’evento più solenne della storia del mondo e dell’intero universo, ovvero la retribuzione dei reprobi, il giudizio universale, il momento in cui gli angeli ribelli e gli uomini impenitenti riceveranno il meritato castigo. Evento che si verificherà non al ritorno di Gesù ma dopo che “saranno trascorsi mille anni” (Ap 20,7). Pertanto la coalizione di Gog e Magog non c’entrerebbe nulla con la guerra finale a ridosso della Parusia, e si riferirebbe a tutti gli uomini malvagi d’ogni tempo e d’ogni regione nell’ultima delle vicende umane prima dell’estirpazione del male dall’universo.

Tuttavia, nel suddetto articolo affermavo pure che non è del tutto azzardato identificare la regione di Magog con la Russia, sia pure in senso metaforico. Magog va verosimilmente individuato con un principato anatolico abitato dai saci, popolo considerato il ramo orientale degli sciti, entrambi ancora rappresentati sul territorio russo dai Saka (Jakuti) e dagli Osseti. I due popoli strettamente connessi dalla profezia a Magog sono poi Meshek e Tubal, anch’essi così collegati al territorio russo da avere lasciato tracce nella sua toponomastica con le città di Mosca e Tobolsk. Lo stesso dicasi per i Cimmeri (Gomer), un altro popolo al seguito di Gog, che ha dato il nome alla penisola della Crimea. Quindi, sebbene tutti gli indoeuropei si considerino originari d’un territorio posto tra il Caucaso e le steppe russe, questi indoeuropei collegati a Gog mostrano radici ancora più strette con la Russia. Allora l’interrogativo che sorge a questo punto è: come mai la profezia individua in un “russo” anziché, chessò, nell’Anticristo il condottiero che radunerà i malvagi risuscitati di tutti tempi per sferrare l’ultima aggressione contro il regno di Dio? Mi giunge alla mente una risposta del tutto ipotetica che potrebbe essere questa: l’Anticristo si rivelerà il nemico più subdolo e pericoloso del popolo di Dio perché sorgerà dalle sue fila. Egli, per parafrasare l’apostolo Paolo, pur rifiutando la forza interiore della fede, perché la sua azione possa essere efficace dovrà conservare l’apparenza esterna di questa fede (cf. 2Tm 3,5). Egli dovrà agire con l’apparenza della pietà, dovrà giustificare anche in termini morali il suo operato. Non appena le sue reali intenzioni saranno smascherate egli perderà credito e potere presso gli stessi uomini malvagi, pur in sintonia con lui, che lo avevano sostenuto perché essi si sentiranno ingannati e strumentalizzati. L’organizzazione religiosa che egli rappresenterà farà una brutta fine per mano di coloro che l’avevano sostenuta. “La lasceranno nuda e priva di tutto, divideranno la sua carne e distruggeranno i suoi resti con il fuoco”, leggiamo in Apocalisse 17,16. È così con le nazioni democratiche di cultura cristiana. I loro governi devono giustificare di fronte all’opinione pubblica le azioni più inconfessabili ammantandole di motivazioni moralmente accettabili. Così è avvenuto con l’invasione dell’Iraq quando l’amministrazione americana ha dovuto inventarsi il pretesto delle armi di distruzione di massa, in possesso del dittatore irakeno, per poter giustificare l’azione militare. Ricordo gl’imbarazzati interventi di Colin Powell al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ebbene, presso il medesimo Consiglio, le superpotenze autocratiche quali Russia e Cina non hanno alcun bisogno di giustificare di fronte alle proprie opinioni pubbliche il sostegno alle azioni più nefande compiute da loro direttamente o da altri governi cui esse danno il proprio sostegno. Ecco, è questa sfrontatezza che accompagna l’azione riprovevole, che colpisce. Al contrario dell’Anticristo, Gog sarà un nemico esterno al popolo di Dio; come tutti gl’invasori delle steppe potrà giustificare la propria azione con il tornaconto dell’orda. E ancor prima, da bravo “russo” sarà abilissimo nel creare la più grande coalizione mai vista: tutti i popoli della terra e di tutti i tempi “numerosi come la sabbia del mare”. Ma quando quest’esercito incalcolabile si disporrà attorno al “campo di quelli che appartengono al Signore, la città che egli ama… giù dal cielo venne un fuoco che li divorò” (Ap 20,9). Di fronte alla retribuzione divina tutte le coalizioni e tutti i niet pronunziati di fronte al Consiglio di sicurezza si trasformeranno in atti d’accusa molto imbarazzanti contro i loro autori. Russia e Cina sono avvertite.

Ricordiamo, tuttavia, che Gog è alla fine l’archetipo di Satana, il principe degli angeli ribelli, l’ispiratore di ogni male. Come abbiamo osservato nello studio citato, riferendoci alle cronache assire, Gog fu probabilmente un principe dei saci particolarmente abile nella guerra e nell’intrecciare alleanze. Il ricordo di questa figura famigerata sarebbe servita ad Ezechiele per presentare il personaggio futuro che avrebbe coalizzato il mondo nella grande battaglia contro il regno messianico. Dal racconto del profeta non è chiaro se tale personaggio si riferisse ad un uomo particolarmente ispirato dal maligno o allo stesso principe dei demoni. Nell’Apocalisse, scritta quando il ricordo del personaggio storico era svanito, l’espressione “Gog e Magog” perde il riferimento a specifiche persone e si riferisce semplicemente a genti ribelli riportate in vita per poter ricevere il meritato castigo. E in quel contesto Satana viene presentato come l’ispiratore manifesto dell’ultima ribellione, poiché egli “andrà a convincere Gog e Magog e tutti i popoli del mondo numerosi come la sabbia del mare, e li radunerà per la guerra” (Ap 20,8). Quanto poi il riferimento alle genti calate dalle steppe sia reale o metaforico, ad esempio come possibile polo d’aggregazione di tutti gli altri popoli empi, non ci è dato sapere.

Per approfondire: Gog, Magog e il Regno Messianico
.......................... La nostalgia dell'Orso

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